LAND ART ED ART IN NATURE IN ITALIA

In Italia, la Land Art e l'Art in Nature sono sorte dal movimento artistico denominato Arte Povera, che, a sua volta, deriva dalla corrente artistica conosciuta come Arte Concettuale, la quale si sviluppo' in Europa intorno agli anni sessanta. Il termine Arte Povera fu coniato dal critico d'Arte Germano Celant in occasione della mostra tenuta nel 1967 alla galleria “La Bertesca” di Genova. Gli artisti appartenenti a questo movimento rifiutavano gli aspetti culturali della societa' tecnologicamente avanzata, puntando ad un ritorno alle origini attraverso un linguaggio espressivo essenziale ed elementare. Il loro fine ultimo era quello di esaltare nelle loro opere d'arte le proprieta' comunicative insite nella materia vegetale, animale e minerale.

Considerando l'affinita' ideologica esistente tra Land Art, Art in Nature ed Arte Povera, le installazioni artistiche italiane si contraddistinsero per essere realizzate con elementi gia' esistenti in natura. L'idea principale era quella di ridurre al minimo l'impiego di materiali industriali o comunque estranei all'ambiente ed al paesaggio.

Negli ultimi decenni, il rapporto tra Arte ed Ambiente, nel nostro paese, si e' notevolmente consolidato grazie alla diffusione di alcune installazioni urbane ed ambientali messe in opera da artisti contemporanei. Tali opere, contrapponendosi alle tradizionali istituzioni museali, in quanto realizzate in diretto contatto con l'ambiente naturale, hanno avuto un forte impatto sulle nuove generazioni, spesso ostili a visitare i musei. In questo contesto e' possibile considerare le opere dei land-artists come una innovativa modalita' di apprendimento dell'Arte contemporanea. Ma, il grande pregio da attribuire alla Land Art ed all'Art in Nature e' rappresentato dalla consapevolezza verso i problemi ambientali che gli interventi artistici, attribuibili a tali forme d'Arte, sono riusciti a trasmettere. Basti pensare alla bonifica ed alla valorizzazione di alcuni territori marginali i quali, in assenza di tali opere, sarebbero stati soggetti, nel corso degli anni, a lenti processi di abbandono e di degrado. Un esempio e' dato in particolar modo dai Parchi Museo di scultura contemporanea, la cui nascita e' riconducibile alla fine degli anni cinquanta del novecento. Da allora, nel nostro paese, si e' avuta un'esplosione di tale fenomeno, tanto grande che attualmente la penisola italiana raccoglie piu' di sessanta Parchi Museo dislocati nelle varie regioni del territorio nazionale. La Toscana, l'Emilia Romagna e la Lombardia sono da considerare le regioni che ne detengono il primato.

I Parchi Museo di scultura contemporanea, quasi sempre realizzati in contesti paesaggistici incontaminati, offrono al visitatore il contatto ravvicinato tra le installazioni artistiche ed luogo naturale di loro creazione. Tali opere, oltre a contribuire al superamento della diffidenza ed estraneita' tipiche di un pubblico non specialistico di Arte contemporanea, concorrono a stimolare nei fruitori la curiosita' di scoprire nuovi itinerari culturali, inseriti in contesti naturali sconosciuti e di grande valore paesaggistico.