SCOPRIRE LA LAND ART

La Land Art e' una forma d'Arte sorta negli Stati Uniti d'America tra il 1967 ed il 1968, con l'obiettivo di esaltare il rapporto uomo-natura”.

Nel processo del fare Arte, il land-artist agisce direttamente sul paesaggio, utilizzando la natura sia come area operativa, sia come “materia” per le sue installazioni. Ad esempio, un paesaggio, modificato e trasformato, puo' divenire esso stesso un'opera d'arte, anziche' essere un semplice modello per l'Arte. Il land-artist vuole sradicare le fondamenta del linguaggio artistico convenzionale.

Le installazioni dei land-artists possono essere opere permanenti, oppure possono assumere carattere effimero. Cioe', il paesaggio non viene alterato dall'artista in maniera definitiva, ma su di esso vengono effettuati dei cambiamenti solo temporanei, che, con il passare del tempo, garantiscono il degrado naturale dell'opera, restituendo lo stato originario ai luoghi coinvolti nell'installazione. Altre volte le opere vengono rimosse dal luogo in cui sorgono, poiche' l'artista non le fissa stabilmente. Il land-artist, per dare alle proprie installazioni una durevole valenza artistica, documenta spesso il suo lavoro attraverso riprese fotografiche e filmati.

Il termine Land Art fu coniato per la prima volta dal gallerista ed operatore cinematografico tedesco Gerry Schum che, nel 1969, realizzo' un video-tape dal titolo “Land Art”. Il filmato raccoglieva dal vivo l'attivita' degli artisti Michael Heizer, Walter De Maria, Robert Smithson, Richard Long, Dennis Oppenheim, Barry Flanagan e Marinus Boezem, mentre essi realizzavano i loro lavori intervenendo direttamente sul paesaggio naturale, del quale sfruttavano elementi e caratteristiche.

Quando si parla di Land Art si fa anche riferimento ai cosi' detti EarthWorks (Lavori di Terra). Questo termine ha origine dal titolo che fu assegnato ad una mostra organizzata da Robert Smithson, nell'ottobre del 1968, presso la Dwan Gallery di New York. La mostra era ispirata ad un romanzo di fantascienza, dello scrittore britannico Brian Wilson Aldiss, ambientato in un futuro nel quale persino il suolo veniva considerato un bene prezioso. La rassegna forniva una visione pessimistica del futuro dell'America e del suo patrimonio ambientale. In quell'occasione, quattordici artisti realizzarono opere talmente grandi che, non potendo essere trasportate, vennero presentate solo attraverso immagini fotografiche.

Le prime imprese di Land Art si ebbero, in particolar modo, nei territori desertici americani del centro-ovest; tuttavia, analoghe esperienze si svilupparono contemporaneamente anche in Europa. Qui, furono realizzate opere-paesaggio dissimili da quelle sorte negli Stati Uniti d'America a causa di un territorio dalle caratteristiche ben diverse da quelle americane.

L'elemento principale che uni' tutti i land-artists fu l'atteggiamento di contestazione nei confronti del mercato dell'Arte e per questo motivo tali artisti respinsero l'utilizzo delle gallerie e degli spazi museali che, solitamente, venivano adibiti all'esposizione delle opere d'arte. L'atelier fu definitivamente abbandonato a favore di luoghi come: deserti, laghi, vallate e praterie che divennero i laboratori naturali dei land-artists.

Ancora oggi, i grandi spazi aperti ed i luoghi incontaminati e non abitati rappresentano l'ambiente ideale nel quale i land-artists, provenienti da tutte le parti del mondo, realizzano le loro installazioni. Le opinioni di questi artisti, molto spesso contrastanti sia nei metodi da adottare per realizzare un'installazione, sia nei criteri da seguire, non hanno permesso alla Land Art di essere considerata un vero e proprio movimento artistico.

Guarda i seguenti filmati:

Land Art

Portscapes: Jan Dibbets

Portscapes_Jan Dibbets_ENG_Part1.flv

Portscapes_Jan Dibbets_ENG_Part2.flv