DADAISMO

Il Dadaismo nasce nel 1916, come movimento avanguardista, in un clima culturale la cui caratteristica principale era la voglia di negare al passato qualsiasi valore. Per i dadaisti il passato era da considerare, per definizione, un “non senso” ed assumeva un aspetto negativo per aver creato i presupposti politici e sociali della Grande Guerra.

I dadaisti, mettendo in luce il processo di mercificazione dell'Arte, ripudiavano il concetto di “opera d'arte”. L'atteggiamento provocatorio di questi artisti, tradotto in “rifiuto della razionalita'”, fu l'arma da loro adottata per abbattere le convenzioni borghesi sul concetto di Arte e per tentare di risanare la frattura creatasi tra Arte e vita. In pratica, l'Arte doveva coincidere con la vita stessa, senza separarsi altezzosamente dalla realta'. L'opera dell'artista non doveva consistere nell'abilita' manuale del dipingere, ma nelle idee che egli riusciva a proporre. Un accenno di questo pensiero dadaista si comincio' ad avere nel 1913 con alcune opere di Marcel Duchamp, considerato il maggior esponente del Dadaismo ed il primo artista capace di creare le cosi' dette “installazioni.

Un esempio di installazione, realizzata nel 1913 a New York da Marcel Duchamp, e' "Ruota di bicicletta". In quest'opera, composta dall'assemblaggio di una ruota di bicicletta e di uno sgabello, ciascun oggetto perde nel suo insieme la propria funzionalita'. L'installazione non si presentava solo come una provocazione, ma anche come mezzo per creare una comunicazione, non piu' monodirezionale, tra osservatore ed artista. "Ruota di bicicletta" rappresento' anche il primo “ready-made”.

Fu lo stesso Duchamp ad inventare il termine “ready-made”, che, tradotto in lingua italiana, significa “gia' fatti” oppure “gia' pronti”, proprio per indicare opere realizzate con oggetti reali che l'artista sceglieva dalla vita quotidiana e che venivano presentati come opere d'arte. I “ready-made”, nell'ambito dell'estetica dadaista, diventarono uno dei meccanismi di maggior dissacrazione dei concetti tradizionali di Arte. Il culmine fu raggiunto soprattutto quando Duchamp, nel 1917, propose “Fontana, uno dei suoi piu' noti “ready-made”. Nell'opera, composta semplicemente da un orinatoio rovesciato, si voleva mettere in risalto non solo il saper cogliere la novita' in cio' che gia' esisteva, ma anche il saper liberare ogni oggetto dalla propria funzionalita' per elevarlo ad oggetto artistico.

Il “non senso”, come attivita' artistica, venne ulteriormente messo in evidenza dallo stesso Duchamp quando egli dipinse dei baffi su una riproduzione della Gioconda di Leonardo da Vinci, firmando il quadro come sua opera. Con questa provocazione Duchamp voleva ancora una volta sottolineare come un'idea sorprendente potesse essere considerata un'opera d'arte.

A differenza di tutti gli altri movimenti artistici, che potevano essere riconosciuti e distinti con il proprio nome pieno di significato, la parola “Dada”, assegnata al nuovo movimento artistico, non aveva alcun senso. Dada era tutto e nulla” era “gioco e paradosso”, “Arte e negazione dell'Arte”. Pare che il termine “Dada” sia stato scelto per caso, cioe', inserendo un tagliacarte in un dizionario tedesco-francese, fu scelta la prima parola che apparve nella pagina, ossia "dada". Il termine altro non e' che un balbettio infantile senza senso che serve ad indicare qualsiasi oggetto.

In definitiva, non solo nel nome, ma in tutta la filosofia del movimento dadaista era evidente il modo forte e provocatorio con cui si rifiutava tutto cio' che conducesse alla razionalita'.

1.2. 3.

Images source: https://www.wikiart.org

  1. Marcel Duchamp, Bicycle Wheel, 1913 - l'opera originale e' andata perduta, mentre la replica del 1951, realizzata sempre da Duchamp, e' esposta nel Museum of Modern Art (MoMA), New York.

  2. Marcel Duchamp, Fountain 1917, Tate Modern, London, UK.

  3. Marcel Duchamp, L.H.O.O.Q., 1919, Philadelphia Museum of Art, Philadelphia, PA, USA.

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Sito di interesse: https://www.guggenheim.org/artwork/movement/dada

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