MOVIMENTO SPAZIALISTA

Gli artisti appartenenti al Movimento Spazialista realizzavano le loro opere cercando ispirazione nella luce, nel suono e nel vuoto spaziale. La tela, i colori, il pennello ed il disegno venivano utilizzati come strumento per permettere allo spazio di esprimersi. L'intento era quello di dar luogo ad una nuova forma d'Arte che riuscisse a sintetizzare le dimensioni di “tempo” e di “spazio” mediante il gesto di bucare la tela o di tagliarne la superficie. Gli spazialisti, con le loro opere, desideravano non solo suscitare stupore e nuove emozioni in chi le guardasse, ma volevano anche indurre l'osservatore ad interrogarsi sul loro significato e su quello che esse potevano trasmettere.

Le rappresentazioni spazialiste, coinvolgendo le dimensioni di “tempo” e di “spazio”, segnarono il concreto superamento del concetto stagnante di Arte.

Il gesto rivoluzionario di bucare e di tagliare la superficie delle tele fu introdotto per la prima volta da Lucio Fontana che, nel 1946 a Buenos Aires, redasse il primo testo teorico denominato "Manifiesto Blanco". Questo opuscolo costitui' la premessa per la fondazione della corrente artistica che fu denominata Spazialismo” in omaggio all'esplorazione dello Spazio che proprio allora iniziava il suo corso.

Nel 1947 Lucio Fontana comincio' a realizzare una sequenza di opere conosciute come “serie dei buchi”, sulle quali lavoro' per trent'anni alla ricerca di un rapporto tra il bianco della materia ed il nero del vuoto. L'artista, attribuendo ai “buchi” il significato di vere e proprie aperture verso uno spazio ulteriore, voleva che lo sguardo dello spettatore entrasse nel quadro e che lo oltrepassasse.

Il 1949 fu l'anno delleinstallazioni ambientali”. La prima opera appartenente a questa serie fu creata da Fontana presso la galleria del Naviglio di Milano; in essa venne utilizzata per la prima volta la luce elettrica che, talvolta, diventava luce fosforescente. L'opera consisteva in una stanza nella quale una lampada nera di Wood dava alle cose dei contorni violacei, inducendo nello spettatore un vero e proprio senso di disorientamento.

Nel 1952 Fontana riusci' a prevedere l'utilizzo della televisione come medium artistico. Il 1958 segno' l'inizio del famoso “ciclo dei tagli. Le opere pittoriche di quel periodo presentavano uno o piu' tagli netti e regolari, effettuati dall'artista con assoluta concentrazione e con l'intento di oltrepassare la superficie della tela di supporto, il cui sfondo si presentava bianco oppure colorato da toni molto brillanti. Il titolo che fu attribuito alle singole opere facenti parte di questa serie, denominata: "Concetto spaziale-Attese", variava al singolare o al plurale a seconda della quantita' di tagli che l'autore inseriva sulle tele.

Con le opere di Lucio Fontana venivano completamente superati i limiti che fino ad allora si erano interposti tra pittura, scultura e decorazione.

Per conoscere alcune opere di LUCIO FONTANA clicca sul nome dell'artista.


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