NUOVA OGGETTIVITA' TEDESCA

(Neue Sachlichkeit)

Nuova Oggettivita' o “Neue Sachlichkeit” e' il movimento artistico che, negli anni '20, si affermo' in Germania, nel clima culturale della Repubblica di Weimar, sorta nel luglio del 1919. La Repubblica di Weimar rappresento' l'esperienza democratica tedesca, conclusasi nel 1933 con l'avvento del nazismo hitleriano che alla repubblica sostitui' la dittatura. In campo artistico, la Nuova Oggettivita' segno' un brusco ritorno al realismo oggettivo e quindi alla cruda descrizione del mondo, senza filtri ne' elaborazioni. Gli artisti piu' famosi, protagonisti di questo movimento, furono Otto DIX, Georg GROSZ, Max BECKMANN e Christian SCHAD.

In particolare, Otto Dix, dopo lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, si arruolo' volontario nell'esercito tedesco e combatte' in qualita' di sottufficiale, sia sul fronte occidentale contro gli eserciti inglese e francese, sia sul fronte orientale contro l'esercito russo. L'esperienza della guerra lascio' tracce indelebili nella vita dell'artista, il quale, diventato un convinto pacifista, arrivo' a condannare l'emarginazione sociale dei reduci di guerra e gli orrori del conflitto mondiale, tanto da rappresentarli, nei suoi dipinti, in tutta la loro brutalita'. L'atteggiamento critico che Otto Dix assunse nei confronti dell'ipocrisia che contraddistingueva la societa' borghese del dopoguerra, traspare in particolar modo nei dipinti che l'artista realizzo' tra il 1922 ed il 1925. In queste opere compaiono immagini di mendicanti, mutilati, marinai, prostitute e scene di violenza sessuale come esempi degli aspetti piu' squallidi della societa' borghese di quel periodo. A tal proposito, particolare attenzione deve essere rivolta al dipinto dal titolo “Ritratto della giornalista Sylvia von Harden del 1926, che si presenta proprio come una critica satirica della societa' borghese del dopoguerra. Sylvia von Harden era una donna affermata, la cui emancipazione viene tradotta, nel quadro di Otto Dix, come perdita di femminilita'. Cio' emerge dalla sigaretta che la donna ha tra le dita, dal monocolo che indossa, dal taglio corto di capelli e dai lineamenti molto marcati che richiamano il mondo maschile. Le sigarette ed il cocktail, posati sul tavolino, indicano i piaceri della vita, non disdegnati dalla giornalista; la calza mal raccolta che appare sotto l'abito corto a scacchi, anche se introduce un elemento di sensualita', richiama allo stesso tempo l'atmosfera decadente dell'epoca. Il rossetto forte e scuro e gli occhi segnati concorrono a dare alla donna un aspetto di vissuto e di stanchezza.

Otto Dix, Ritratto della giornalista Sylvia von Harden, 1926, Centre Georges Pompidou, Parigi, Francia.

L'artista che con Otto Dix diede vita al gruppo della Nuova Oggettivita' fu George Grosz. Anche nelle sue opere si riflette l'immensa tragedia del dopoguerra tedesco. Grosz, utilizzando uno stile duro, spigoloso, graffiante e talvolta infantile e pornografico, rappresenta persone misere, prostitute, ubriachi, assassini, soldati feriti. Egli, attraverso le sue opere, criticava la situazione politico sociale della Germania nazista. In uno dei suoi dipinti piu' noti dal titolo “Le colonne della Societa'compaiono, in veste satirica, le figure che meglio rappresentano i simboli del potere nella societa' di quel tempo, cioe' militari e rappresentanti del mondo dell'economia e della borghesia. In quest'opera la critica dell'artista nei confronti dei ceti dirigenti e' violenta. Infatti, osservando il quadro, si nota come dalla testa scoperchiata del politico, rappresentato alle spalle del militante in primo piano, emerga al posto del cervello un mucchio di sterco fumante, simbolo del modo di ragionare di coloro che in quel periodo detenevano il potere politico.

L'arte di Grosz, insieme a quella di molti altri artisti dell'epoca, venne dichiarata dal regime nazista Arte Degeneratae per questo motivo lo stesso Grosz fu costretto ad allontanarsi dalla Germania.

    George Grosz, Le colonne della Società, 1926, Nationalgalerie, Staatliche Museen zu Berlin, Berlino, Germania.

Images source: https://www.settemuse.it


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