IL RAPPORTO AUREO NELLA SCULTURA

Il rapporto aureo, inteso come ideale di bellezza e di armonia, lo si puo' trovare in molte sculture appartenenti ad epoche diverse. In tabella sono riportati alcuni esempi:

Stele di re Djet

(I dinastia egizia: dal 3150 a.C. al 2925 a.C. circa, Museo del Louvre, Parigi, Francia)

Sono diverse le opere dell'antico Egitto nelle quali e' possibile individuare la presenza del rapporto aureo. Tuttavia, bisogna considerare che, nonostante le notevoli capacita' nel campo dell'aritmetica evidenziate dagli egizi, non ci sono prove relative alla conoscenza, da parte di questo popolo, del valore del numero aureo φ.

Una possibile motivazione relativa all'introduzione dei rettangoli aurei nelle opere egizie puo' essere attribuita all'uso di particolari strategie geometriche, di frazioni e di operazioni come la radice quadrata, che gli egizi applicavano nella costruzione dei templi.

Rettangoli aurei sono presenti ad esempio nella stele del Re Djet, cioe' una lapide funeraria in pietra che prende il nome dal faraone Djet e che proviene da Abido, una citta' dell'alto Egitto. Osservando la stele si possono individuare due rettangoli aurei, quello superiore, contenente il serpente (simbolo del re) e quello inferiore nel quale e' raffigurata la reggia:

Maschera funeraria di Tutankhamon

(XIV sec. a.C., Museo Egizio, Il Cairo, Egitto)


La maschera egizia del faraone Tutankhamon possiede proporzioni auree. Infatti, essa e' inscrivibile perfettamente in un pentagono e segue le diagonali che formano il pentagramma.

Doriforo

(Policleto, 450 a.C., originale bronzeo perduto; la copia in marmo di autore ignoto si trova nel Museo Archeologico di Napoli, Italia)

Nella scultura greca classica l'idea di bellezza era associata alle proporzioni. Ogni parte del corpo era in proporzione aurea con le altre. Un esempio e' fornito dalla statua del Doriforo (portatore di lancia) realizzata da Policleto, antico scultore, bronzista e teorico greco, attivo intorno al 460 a.C. e il 420 a.C. L'originale bronzeo della statua e' andato perduto, ma la migliore copia romana dell'originale e' stata ritrovata a Pompei.

La caratteristica della scultura e' legata alle proporzioni ed ai numerosi rettangoli aurei nei quali la statua e' scomponibile. In particolare, la dimensione della testa del Doriforo e' esattamente 8 volte la lunghezza del corpo. Il numero 8, dato dalla somma di 5 e 3, riconduce alla successione di Fibonacci, caratterizzata dal fatto che il rapporto fra un numero della successione ed il suo precedente si avvicina sempre di piu' al numero aureo φ, man mano che si procede nella sequanza dei numeri:

1. Bronzi di Riace

(V sec. a.C., Museo nazionale della Magna Grecia, Reggio Calabria, Italia)

2. Afrodite Cnidia

(Prassitele, 360 a.C. circa, Roman National Museum, Palazzo Altemps, Roma, Italia).)

  1. Bronzi di Riace - sono due statue in bronzo di provenienza greca, pervenute in eccezionale stato di conservazione il 16 agosto 1972 nei pressi di Riace Marina. Le due statue sono considerate tra i capolavori scultorei piu' significativi dell'arte greca. Le ipotesi sulla loro origine e sugli autori sono diverse, ma non ci sono ancora elementi in grado di attribuirle, con certezza, ad uno specifico scultore.

  2. Afrodite Cnidia - questa scultura in marmo, oggi conosciuta solo attraverso copie di epoca romana, e' il primo nudo femminile dell'arte greca. L'opera e' stata realizzata da Prassitele, considerato uno dei grandi maestri della scultura greca del IV secolo a.C.

In entrambe le sculture sono individuabili i seguenti rapporti aurei:

AB : CB = CB : AC

AC : DC = DC : AD

CB : CE = CE : EB

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