L'INDIVIDUAZIONE DEGLI ESOPIANETI

Individuare i pianeti extrasolari non e' semplice, poiche', nella fase iniziale della loro formazione, la complessa struttura del materiale, di cui si compone il disco nel quale si formano questi corpi celesti, contribuisce a renderli invisibili alle osservazioni dirette. Quando il disco scompare, ossia nella fase piu' avanzata della loro eta', a rendere difficile la rilevazione diretta di questi pianeti, attraverso immagini, e' la presenza della stella centrale attorno alla quale essi ruotano. Infatti, questa stella risulta molto piu' luminosa del pianeta stesso.

Finora il grande successo in questo settore e' stato ottenuto prevalentemente utilizzando metodi indiretti di rilevazione; ossia, metodi che sfruttano una varieta' di effetti indotti dagli stessi esopianeti sulle loro stelle. Un esempio e' dato dalle occultazioni prodotte dal passaggio del pianeta davanti alla propria stella, oppure dall'effetto dovuto alla legge di gravitazione universale, associato al moto orbitale del pianeta attorno alla stella madre; tale effetto induce dei cambiamenti sia nella posizione della stella, sia nella sua velocita'. Poiche' i cambiamenti sono piu' evidenti quando il pianeta e' massivo, risulta piu' facile rilevare i pianeti denominati Gioviani rispetto a quelli noti come pianeti terrestri (o pianeti rocciosi, composti per lo piu' da roccia e metalli), i quali, essendo molto piccoli e vicini alla propria stella, non possono essere facilmente osservati.

I metodi che vengono utilizzati per scoprire gli esopianeti si possono distinguere in:

METODI DINAMICI:

Metodo della velocita' radiale

Astrometria

Pulsar Timing

METODI FOTOMETRICI:

Metodo del Transito

Gravitazional Microlensing

DIRECT IMAGING

TECNICHE ALTERNATIVE